La più bella notizia

Su ali d'aquila

Domenica 30 ottobre 2022 - II dopo la Dedicazione (C)


Quante notizie circolano dentro la nostra vita. Quante notizie negative sentiamo dai più vari angoli della terra. Sembra che ci siamo abituati a vedere solo il male e le cose negative di questo mondo. Sembra che tutto sia buio e oscuro, sembra che non ci sia più una luce che risplende in questa terra, così piena di dolore e di sofferenze.

La Parola di questa domenica diventa paradossalmente un invito ad aprire i nostri occhi per scorgere invece una promessa diversa, una promessa forse che ci stiamo scordando, un invito che forse stiamo mettendo da parte tutti noi, nessuno escluso: la nostra vita è chiamata alla felicità!

Lo vediamo nella testimonianza di Abramo. Abramo, un uomo ormai anziano che aveva vissuto la sua vita è stato chiamato da Dio insieme a sua moglie Sara ad essere il padre del popolo di Israele. Mentre per noi una persona anziana è destinata alla morte, Abramo rimane saldo nella speranza contro ogni speranza, rimane fedele e certo che Dio non tradirà la promessa per lui di una nuova discendenza. Non vacillò nella fede dice Paolo. E se Abramo ha vissuto una vita piena alla sua età, questa pienezza di vita trova senso pieno in Gesù, colui che è stato crocifisso e che il Padre ha fatto risorgere! Questa è la testimonianza piena che nessuna morte, nemmeno quella dell’ignobile, può far tacere la fantasia e l’amore che Dio ha per noi! Il Padre ha una grande fantasia per noi, sogna in grande per noi e scommette tutto sè stesso per noi!

Questa scommessa di Dio per noi è la salvezza, cioè il dire la verità piena di quello che siamo. Dio non risparmia energie per donarci quel raggio di felicità che non si deve per forza tradurre in cose da avere o possedere. La felicità di Dio è lo stare insieme come comunità, è la carezza che riceviamo come incoraggiamento, è il sorriso che gratuitamente riceviamo in una giornata qualsiasi… quanta abbondanza di “cibo” di umanità il Padre ci dona nel banchetto della vita!

Partecipare a questo banchetto, però, è una nostra scelta. Il banchetto della vita ha un senso se noi scegliamo di viverlo, se noi scegliamo di partecipare ad esso. E anche come partecipare. Gli invitati che sono affaccendati a fare tante cose senza un senso, l’invitato che arriva al banchetto con una veste nera, segno di svogliatezza, non voglia, non desiderio, sono immagini che invitano a saper veramente vivere la nostra vita con la nostra originalità, con quella originalità che solo noi abbiamo e che è un dono, il dono del Padre.

E’ il dono dalla quale ripartire ogni giorno per trovare sempre una buona notizia nella nostra giornata. Ma la prima buona notizia è la nostra vita e possiamo essere noi testimonianza viva di come chi vive nella buona notizia dell’amore di Dio, il Vangelo, niente lo potrà travolgere, nemmeno il male più grave!

L’amore del Padre è una scelta di vita. Per Gesù, il Figlio di Dio questa scelta si è tradotta nel dare tutto sè stesso per amore del Padre e di chi gli stava più a cuore, cioè ciascuno di noi. In questo amore che è cibo della quale ci nutriamo, l’Eucarestia, noi possiamo scegliere che cosa fare della nostra vita, quale segno può essere per noi e per gli altri.
 

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